Il "pre-espressivo" di Arjen

Sanjukta
Che cosa unisce lo scatto atletico del calciatore, lanciato sulla palla verso il goal, con l’energia misurata dei movimenti di una danzatrice indiana? Quella sapienza antica del corpo in azione che un grande uomo del teatro contemporaneo, Eugenio Barba, ha definito “pre-espressivo” [vedi].

Il “pre-espressivo” è un concetto complesso, ma intuitivo se lo si coglie nell'evidenza plastica dei movimenti del corpo: è l’energia che anima, trasformandosi in pose e azioni, il corpo dell’attore nel momento in cui entra in funzione come tale, prima ancora di incarnare un personaggio (cioè prima di esprimerne la personalità e i sentimenti). È quel particolare sbilanciamento, quell'andatura ‘diversa’ che un corpo allenato agli sguardi assume quando sa di essere al centro dell’attenzione e che, nella sua apparente naturalezza, è la sedimentazione di lunghi e faticosi allenamenti.

Arjen
Ecco, questo insieme di preparazione atletica, sapienza tecnica, capacità di dominare gli equilibri e i disequilibri del corpo nelle loro spinte e contro-spinte, supportato dal flusso impalpabile dell’istinto, è il comune denominatore che può congiungere l’arte di una mitica danzatrice della danza indiana di stile Odissi, come Sanjukta Panigrahi, ai virtuosismi esibiti a Wembley da Arjen Robben [vedi].

La sua posa – più ancora nello slancio aereo fermato dallo scatto fotografico, che nella dinamica esecutiva della pedata – mostra l’identità di tensione e di eleganza atletica intercorrente fra l’uomo del pallone e la musa tersicorea: la sapienza antica di una danza ancestrale che si rinnova, per le vie misteriose dei saperi che il corpo accumula in sé, nell'anatomia plastica del calciatore.

Eupallina